𝐅abio Pilato – Una vita a “carcagnate” ⛏🔨⛓

Nel laboratorio-officina di Fabio Pilato mi scialo sempre, mi sento in un ambiente amico… Solitamente vengo accolto dai canitti Rocco e Gino – che gioiosamente mi “lazzariano” tutto – e in qualsiasi periodo dell’anno so che Fabio vi si reca ogni mattina. L’ho trovato sempre là, a forze alterne: in momenti in cui s’ammazza di travagghiu, rompendosi la schiena, martellando e facendo fuoco e fiamme; in altri periodi invece, in cui si trascina e ad andare bene riesce a dare una martellata al minuto. Mi è capitato a volte di allontanarmi dal laboratorio per andare a guardare lo Stretto e ritornando di nascosto lo sentivo parlare da solo, a volte imprecava contro l’opera in forgiatura che si ribellava ai suoi voleri, altre volte invece ho sentito rivolgerle parole d’amore e comprensione.   

Se gli domandassi “Fabio, ma tu come affronti la vita?”. Probabilmente mi risponderebbe: a carcagnate!

La vita gliene ha date tante…  e gli unici rimedi che conosce per esorcizzare male e mali pensieri sono le martellate, il fuoco, il mare, gli affetti e soprattutto il porsi un obiettivo folle per il futuro.

Qualche settimana fa ha vissuto un’esperienza che l’ha toccato profondamente, ne è uscito con queste parole testuali:

“Sono appena uscito da una delle esperienze forse più forti e più piene di sostanza della mia vita artistica, ho avuto modo di parlare ai detenuti del Carcere di Gazzi. Ho ricevuto diversi premi, ma questo che tengo in mano fatto con il sapone e con tanto amore dai ragazzi ha per me un altissimo significato, mi hanno acclamato, mi hanno investito di affetto, di calore, di amore, conoscevano la mia storia ma soprattutto mi hanno dato l’energia necessaria per affrontare la mia prossima opera ” Codamozza”, la mia anzi la nostra Balena di 13 metri.”

Nell’ultimo suo messaggio invece scrive:

“Ora BASTAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Che ognuno faccia la propria convalescenza come creda, QUESTA È LA MIA!!!!!!!!!!!!!!

ORA NON C’È PIU TEMPO PER FARE IL MALATO.

Ora non si scherza più, ora si fa sul serio 13 metri di Balena più grande di un palazzo di 4 piani, tutta in ferro, tranne la coda che sarà in legno e acciaio.

CODAMOZZA! ti donerò la coda e non solo potrai nuotare in tutti i Mari ma potrai anche volare nei sogni e nelle menti di tanti.”

Se non è follia questa… Posso dire che nel suo laboratorio ho visto un modello di Codamozza “in scala”, già realizzato da tempo, poi su un tavolo c’era il disegno di una coda di balena con dei numeri segnati e la misura della stessa: due metri e settanta X due metri. Poi ho visto un pesce luna e un pesce spada impolverati, una scritta in ferro “Fabio Pilato” gettata sul pavimento e uno squalo di cinque metri all’aperto coperto da un telo con lo Stretto di Messina sullo sfondo.

Fabio non lo voglio idealizzare, né come uomo né come scultore, lui stesso dice di non vivere con la paura di fare errori, anzi, e confessa anche che le eventuali contraddizioni non rappresentano un problema.

Con un colpo di martello e il suono che ne è scaturito abbiamo simbolicamente dato il via a quella che speriamo sia una nuova fase… da una scatoletta abbiamo liberato piccoli pesci e cavallucci marini, si è parlato di futuro.

Forza Fabio… recupera da terra quella scritta, togli un po’ di polvere dai tuoi pesci e fagli prendere un poco d’aria, accendi un forno e mentre guardi il mare dalle finestrelle, srotola le tue catene e prendi la vita a martellate e a carcagnate!

   

– Le musiche nel video sono del mio attuale cantautore siciliano preferito (e molto altro) Giacomo Sferlazzo, tratte dall’ultimo album “Comun a nuci dintra un saccu”.

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