Nella mia ossessiva ricerca delle sfumature di Sicilia mi è capitato di sentire anche il richiamo irresistibile di un suono primordiale; seguendo le sue onde sonore mi sono addentrato tra i boschi degli Iblei, perché proprio là si nascondeva uno degli ultimi costruttori di Marranzano siculo: Carmelo Buscema.
Mastro Carmelo mi ha aperto le porte del mondo dello “scacciapensieri”, descrivendomi materialmente le lunghe fasi di lavorazione di questo strumento-non strumento, che a prima vista potrebbe sembrare di semplice realizzazione ma dove tutto in realtà si basa sull’equilibrio, sull’incontro di forme femminili e maschili. L’origine del marranzano rimane ancora sconosciuta, ma ha preso comunque consistenza l’idea romantica che la sua forma prenda ispirazione da figure mitologiche femminili come quella di Inanna, la Dea della fertilità sumera. Lo scacciapensieri lo si ritrova – con caratteristiche e nomi diversi – in tantissimi paesi di tutti i continenti, in alcuni di questi è addirittura lo strumento nazionale utilizzato nelle feste importanti e persino studiato a scuola. Il legame dello scacciapensieri con la Sicilia però è nell’immaginario di tutti, sicuramente il suo suono viene immediatamente accostato alla terra di Trinacria… purtroppo è stato accostato anche negativamente a questa Terra, da una visione miope della storia di questo oggetto antichissimo e del suo suono universale.
C’è qualcosa di particolare in questo suono, un legame che lo lega con la natura… e probabilmente il primo marranzano sarà stato rappresentato dalle vibrazioni di una foglia (come racconta Nino Pracanica), poi avrà avuto una struttura di legno – come il Kubing delle filippine in bambù –, fino ad arrivare all’utilizzo del metallo e a tutte le diverse forme ancora esistenti. Un’onda sonora che parte dalla pancia, passa dai polmoni e dal cuore, attraversala gola e viene fuori dalla bocca come fosse un respiro vibrante della Terra…
Onestamente non amo ascoltare le lunghe sessioni che spesso vengono eseguite con ripetitività stancante; il marranzano dicevamo è vibrazione, è un suono che nasce dal profondo, dev’essere utilizzato nel giusto contesto, può essere perfetto nell’accompagnamento all’interno di un racconto e amalgamandosi con altri strumenti a percussione. Accompagnato con gesti che ne amplificano il messaggio, modulando il suo suono tra pancia e respiro, allora tutte le sfumature di questo oggetto antico riusciranno a creare atmosfera e magia (Carmelo Buscema, Nino Pracanica e Giacomo Sferlazzo ci forniscono un valido esempio).
Quindi ancora una volta in Sicilia troviamo degli elementi legati ad un lontano passato ma che resiste caparbiamente al tentativo di cancellazione della memoria. Non potevo non addentrarmi anche in questo mondo affascinante, che tra l’altro mi ha permesso di scoprire anche un luogo suggestivo come Ferla. Non potete capire che sensazione strana ho provato appena arrivato all’inizio della via principale di questo Borgo disposto a croce. Ferla mi si rivelava capace di toccare l’anima, veramente la dimostrazione che si scopre una Sicilia diversa a ogni svoltata d’angolo. Per non parlare della natura che la circonda, perché ricordo che proprio da Ferla parte un percorso per accedere alla riserva di Pantalica. Quindi già vi ho dato tre importantissimi elementi di richiamo: il mondo del Marranzano di Carmelo Buscema, la meraviglia di Ferla, la Riserva di Pantalica… e scusate se è poco.
Ma torniamo al nostro Carmelo e al marranzano siculo, contraddistinto dalla “cascia e dalla pinnedda” – che sono i due elementi che lo formano –. Carmelo ha iniziato prestissimo a lavorare come fabbro, a 12 anni già faceva apprendistato in una bottega artigiana di Monterosso Almo (borgo dove è cresciuto). Poi nel 2010 è rimasto affascinato da questo oggetto dispensatore di suoni arcaici, iniziando il suo percorso personale nell’universo del Marranzanu, un cammino che continua ancora adesso e continuerà per sempre. Carmelo non solo costruisce ma suona anche magnificamente, perché altrimenti non potrebbe percepirne le differenze, le sfumature, e le particolari vibrazioni che emana ogni singolo elemento. Ogni marranzano che nasce nel suo laboratorio è un pezzo artigianale unico, niente a che vedere con i “giocattoli” che vediamo nei negozi di souvenir; quindi con le sue caratteristiche uniche nasce in un piccolo laboratorio nelle campagne Iblee per poi andare a finire persino in Giappone o in Inghilterra, perché gli appassionati dello scacciapensieri sono sparsi in tutto il mondo, e per rendersene conto basta fare ricerche sul web o sui maggiori social.
La bellezza di recarsi da una persona e personaggio come Carmelo Buscema è quella di scoprire che oltre all’artigiano e al costruttore di marranzani c’è molto di più… sarete coinvolti dai suoi racconti, dai suoi silenzi, dal linguaggio dei gesti e persino dalle sue martellate. Mi incuriosivano molto gli aneddoti di quel giorno in cui un artigiano del ferro di Monterosso Almo si presentò a casa di un vecchio e imperscrutabile costruttore di marranzani di Resuttano. Il nuovo ambizioso costruttore di marranzanu era Carmelo Buscema, il vecchio maestro era Giuseppe Alaimo. Non è stato semplice per Carmelo guadagnarsi la fiducia del maestro, ma alla fine sono diventati ottimi amici, e il racconto di questo incontro, così come di quelli successivi, è davvero particolare e divertente.
Carmelo Buscema in un angolo del suo laboratorio tiene anche quello che ho chiamato l’armadio magico. Quando vai da Lui accade una cosa strana, tu vai convinto di conoscere solo il percorso di creazione dello “scacciapensieri” e invece, oltre a questo, dall’armadio Carmelo tira fuori come un prestigiatore un’infinità di oggetti, foto, libriccini, strumenti tipici… e inizia il viaggio nel suo mondo: gli strumenti prendono vita e le immagini diventano racconti di vita particolari e spesso divertenti. Così basta poco per capire che oltre al costruttore di marranzani c’è molto altro. Carmelo è un uomo “Ibleo” d’altri tempi, che al primo impatto può sembrare duro e riflessivo ma dopo 5 minuti si rivela persona solare, sorprendente – ma detto ciò eviterei lo stesso di farlo arrabbiare -. Alla fine vai via che ti sembra di conoscerlo da sempre… e ti rammarichi di non esserti fermato di più ad ascoltarlo e osservarlo nella sua dura danza di creazione del marranzano siculo.
Così dopo mesi sono ancora vivissime le ore passate a Ferla da Carmelo Buscema, che con la preziosa e “illuminante” compagna e sostenitrice Marzia Paladino (basta cercare LadyLed per capire di cosa parlo) si è quasi nascosto per condurre questa vita scandita da natura, fatica, creazione, suono.
Carmelo Buscema: persona vera, artigiano del ferro, costruttore di marranzano siculo, abile suonatore dello stesso e anche di altri strumenti tradizionali, e poi molto altro…