Maestro Cifalà – Emozione Barocca

Venite con me, andiamo a Catania a fare un’originale “camminata” nei luoghi del Barocco Catanese. Un cammino tra le piazze e i monumenti simbolo della città attraverso la visione speciale del Maestro Giuseppe Cifalà: pittore, poeta e attore teatrale catanese, classe 1942, un professorato Honoris Causa assegnato dall’Accademia di Roma.

L’espressione artistica del Maestro Cifalà si è mossa verso varie direzioni, ma le opere che maggiormente lo contraddistinguono sono proprio quelle in cui viene rappresentata la magnificenza del barocco del Val di Noto e soprattutto della sua Catania. Attraverso i suoi dipinti – Mastro Giuseppe – non solo ci restituisce la bellezza e l’armonia dei monumenti “barocchi” ma ci offre anche un’atmosfera siciliana d’altri i tempi, trasmettendoci un sentore di nostalgico rimpianto per i tempi che furono… un’impronta ottocentesca e romantica che rende i suoi quadri come qualcosa di unico.

In passato, probabilmente, qualcuno potrebbe averlo incontrato intento a dipingere anche lungo la via Etnea… un contatto con la strada e le persone che il Maestro ha mantenuto per anni. Far vedere dal vivo come prendono vita i luoghi e i pensieri profondi di un’artista – di un pittore –, forse è stato un elemento che gli ha permesso sempre di esprimersi in libertà.

Quando ho visto le sue opere per la prima volta mi ha colpito questa fusione tra i luoghi simbolo del barocco e la vita che scorre lieve nei suoi quadri… è una vita distante da quella attuale così confusionaria; una vita armoniosa, ordinata, ricca di colori e delicatezza allo stesso tempo, che richiama quasi un mondo ideale… carrozze, uomini cortesi e donne con l’ombrellino, venditori di fiori che poi vengono offerti in dono dagli spasimanti, amori e solitudini che si confondono all’ombra di chiese, monumenti meravigliosi, tra le piazze e i tavolini dei Caffé… Da tutto questo penso si possa intuire, anche senza conoscerlo bene, la sensibilità e la visione romantica dell’artista e dell’uomo Giuseppe Cifalà.

Nel percorso intrapreso con Racconto di Sicilia non vengo mai incuriosito solo dall’aspetto artistico di una persona… ci dev’essere qualcosa d’impalpabile ad attrarmi, la curiosità nasce quando percepisco vari elementi che si fondono nella stessa anima. Questa curiosità verso il Maestro Giuseppe è nata inizialmente vedendo i suoi dipinti, ma si è consolidata conoscendo meglio la sua storia e percependo alcuni aspetti della sua vita.

Ritornando agli inizi del Maestro Cifalà ritroviamo l’affascinante mondo dell’Opra dei Pupi – un mondo che anch’io amo molto e che ho avuto la fortuna di conoscere da vicino –. Cresciuto nella bottega del puparo Nino Insaguine, questo primo approccio così carico di contenuti e intensità ha avuto una grande influenza nella sua formazione artistica, nel modo di utilizzare i colori, nel determinare quel “marchio” che contraddistingue i suoi dipinti. La sua arte l’ha poi perfezionata lavorando presso diverse botteghe di noti maestri locali, in un periodo di apprendistato come restauratore di chiese. Successivamente il “nostro” Giuseppe Cifalà ha persino calcato il palcoscenico, recitando con soddisfazione in diverse filodrammatiche siciliane.

Un percorso di vita variegato quello del Maestro, ma sempre contraddistinto dalla necessità interiore di comunicare, di trasmettere qualcosa agli altri, di arrivare al prossimo; necessità che si è concretizzata non solo attraverso i suoi magnifici dipinti e la recitazione, ma provata anche da una vera vena poetica… leggete con me alcune righe in rima della sua “Anima inquieta”:

“L’animo del Poeta che soffre

e per gli altri è bello quel che offre.

In lui ci sono dolori e pene,

così crea le più imprevedibili scene.

L’animo sensibile deve soffrire,

per far tutti gioire.

Una vita eternamente tormentata,

e da tutti invidiata.

I pensieri lo distruggono

Le dolci frasi non gli sfuggono,

di cercar continuamente

La divin rima che lui solo sente.”

Proprio questi passaggi sulle “sofferenze” invisibili di ogni poeta e artista mi hanno fatto riflettere non solo sul Maestro Cifalà ma anche su tutti i miei incontri e su me stesso… su questo filo conduttore che unisce tante persone sensibili e artisti, quel velo di sofferenza interiore, di malinconia, di sensazione di solitudine sempre presente… In fondo questa “sofferenza interiore” è un qualcosa al quale non si può rinunciare, serve per esprimersi con maggiore intensità. Un velo di pesantezza che ci riporta sempre alla vita reale… e che la riempie di significato.

Vedendo la foto del maestro Cifalà che dipinge in strada – non so perché – ma mi provoca emozione… esponendo le sue opere ai passanti, mi sembra di vedere la manifestazione del suo mantenersi ancorato alla vita reale e al bisogno di contatto con gli altri. Immagino che proprio in quella circostanza il Maestro da un lato riceva grande ammirazione da tante persone, ma nello stesso tempo anche altrettanta indifferenza,  delle altrettante persone che invece passano senza accorgersi di lui e dei suoi dipinti. Proprio là avviene una sorta di compensazione tra la gratificazione e la solitudine, tra la gioia per l’ammirazione ricevuta ma anche quel velo pesante di sofferenza per l’altrettanta indifferenza manifestata… e forse sarà quest’ultima pena a mantenere sempre quella necessità interiore di comunicare.

Mi sento responsabilizzato quando persone come il Maestro Cifalà mi aprono le porte delle loro case, perché in quel momento è come se mi aprissero le “porte della loro intera vita”. Varcare quelle soglie significa entrare nell’aspetto più privato di un’artista, percepire una vita fatta di successi e poi cadute, momenti di gloria e altri in cui un artista si sente quasi dimenticato, entrare nelle loro case significa conoscerne la famiglia, intuire quello che hanno cercato di trasmettere ai propri figli, i sacrifici fatti per mandarli avanti nei loro studi, vedi le lauree appese alle pareti e i successivi percorsi di crescita di questi pezzi di cuore… e in Sicilia quasi sempre significa anche constatare tristemente che quasi in ogni famiglia c’è un figlio emigrante – così come avvenuto alla figlia Cifalà che in questo periodo lavora ed espone con successo a Milano le sue creazioni di design –. E qui mi sembra il caso di citare i versi di una poesia del Maestro Cifalà sull’emigrante:

Tratto da L’Emigrante di Giuseppe Cifalà

… Il mio camminar sarà lungo,

finché il mio corpo sarà stanco,

mentre cerco il nuovo mondo,

la solitudine mi appar ogni secondo.

Da quando lasciai la mia gente,

son volati i ricordi dalla mente.

Sempre più vuoto intorno,

da quando partii quel giorno.

Camminando da sentiero a sentiero,

per ogni paese, son sempre straniero.

Questa è la vita dell’emigrante errante…

Oscuri pensieri vacillano nella mente.

Entrare nella casa dell’artista Cifalà mi ha dato la sensazione di ritrovarmi in una galleria d’arte, una visita privata privilegiata in un mondo variopinto… Così, percorrendo semplicemente il corridoio della casa del maestro, ho intrapreso un viaggio, un giro turistico tra i punti d’interesse della Sicilia barocca e della città di Catania…

Trovandomi di fronte all’infinita produzione di opere del Maestro – che si avvia verso gli ottant’anni – ho capito davvero quanto vissuto e quante ore ha dedicato a questa passione, che ha segnato la sua vita. Mi è stato chiaro che Cifalà non avrebbe potuto percorrere strade diverse da quella della creazione di bellezza. Giuseppe ha iniziato a tirare fuori dipinti di ogni tipo e grandezza, dagli scontri dei paladini alle figure di grandi compositori come Bellini, dalle tele che si utilizzavano nell’opera dei pupi alle rappresentazioni dei miti greci.

In questo andirivieni tra l’arte e la storia, tra la vita del Maestro e i riconoscimenti ricevuti in tanti anni di creazione, un album di fotografie mi svelava gli incontri importanti della sua vita e gli anni da attore teatrale; una raccolta di sue poesie invece mi faceva capire ancora una volta l’anima della persona che avevo di fronte.

Catania si ricorda ancora come meriterebbe del Maestro Cifalà? Di quell’uomo che ha dedicato la sua vita per rappresentare la sua città nella sua miglior veste? Il Maestro l’ha rappresentata armoniosa e romantica persino nella sua vita frenetica… Giuseppe Cifalà è sceso in strada per raccontarla a tutti questa Catania viva e affascinante.

Insomma il Maestro Giuseppe Cifalà attraverso il suo romanticismo e il suo fardello emotivo ci regala la sua arte e il suo mondo ideale, portandoci nelle più belle piazze del barocco siciliano, catapultandoci con l’immaginazione dentro un quadro in cui immaginiamo di muoverci lievi e felici… Quando potrete andate a fare visita al Maestro e ad ammirare i suoi quadri unici della nostra Sicilia barocca e romantica, oppure chiedetegli di mostrarvi i ritratti dei più grandi musicisti e compositori da Wagner a Bellini… chiedetegli dettagli sulla sua parentesi di attore, oppure sulle sue poesie… o ancora sui riconoscimenti ricevuti, sulle mostre tenute e sui vari edifici pubblici di Catania in cui sono presenti i suoi dipinti.

Caro Maestro Giuseppe Cifalà… pittore, attore, poeta, professorato Honoris Causa… persona che mi ha regalato un’emozione romantica e barocca.

Non esitate a contattare il Maestro se siete interessati alle sue opere Vi segnalo pertanto il sito con le sue opere e i contatti www.pitturabarocca.eu

Lascia un commento