
“Trizza”… così la gente del luogo chiama quel borgo marinaro che rimarrà per sempre ascritto a luogo “mitico”! Per tutti gli altri sarà invece Aci Trezza.
Quel caldo cantuccio di meravigliosa Sicilia, dai colori forti e luccicanti, con un mare così invitante da far rimpiangere di non esser nati pesci… A Trizza non è mondo di perfezione, tutt’oggi rappresenta una specie di set cinematografico neorealistico a cielo aperto: e in scena si vedrà sempre – tra pietra nera e mare – scorrere la vita, lenta, segnata a tratti dalla “bonaccia”, altri ancora dalla “tempesta”.
Ad Aci Trezza non troverete ad aspettarvi i Malavoglia: non c’è padron ‘Ntoni e non c’è Mena, né la comare Zuppidda o Bastianazzo. Oggi prendono forma altre vite, altre speranze, che però in qualche modo rappresentano ancora il richiamo di quei celebri personaggi del Verga. Se non vedrete più padron ‘Ntoni troverete però una nuova “Provvidenza”, e ci sarà lo Zu’ Turi – maestro d’ascia –, e i pescatori, e “Spiranza”. Insieme a questo vedrete muoversi altri preziosi personaggi: Giovanni e Nuccio Rodolico, il “pingisanti” Salvo Finocchiaro, le anime protettrici del Centro Studi Aci Trezza e spesso anche lei, Alice Valenti – la “mamma” di Spiranza –.
“Fai il mestiere che sai, che se non arricchisci camperai”, questo è solo uno dei tanti “mutti” citati nei “Malavoglia”, ma sarà proprio quello simbolico che la famiglia Rodolico seguirà per secoli. Ogni biniritta mattina i nostri instancabili maestri d’ascia si sveglieranno con questa certezza: recarsi nel loro antico cantiere navale, per proseguire semplicemente quel “saper fare” che si tramandano da generazioni.
– il racconto completo sarà disponibile in una prossima pubblicazione cartacea e in un video-racconto –


Articolo interessante e genuino. La storia “da Trizza” passa obbligatoriamente dal cantiere Rodolico e dei suoi straordinari e affascinanti mastri d’ascia. Il loro modo di fare e di essere non poteva non coinvolgere artisti e associazioni locali per sostenerli. Grazie anche per il suo contributo.
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Massimo Vittorio grazie di cuore… ma soprattutto grazie per l’attenzione sui Rodolico e per gli “scatti” che raccontano così bene il loro mondo e Aci Trezza. p.s. ho avuto anch’io il privilegio di essere partecipe con una foto al recente riconoscimento ricevuto da Giovanni.
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