Alice Valenti è un altro grandioso esempio di una Sicilia che emoziona… in cui l’artista di altissimo livello è – forse – superato dalla straordinarietà della persona stessa.
Ricordo ancora la prima volta che le ho scritto: pochi giorni prima l’avevo “conosciuta” guardando un documentario andato in onda sul canale Marcolopolo dal titolo “Voci dell’Etna”. Dire che sono rimasto folgorato ascoltando la sua storia è dir poco… probabilmente anche perché nel racconto sull’evoluzione della sua vita ho ritrovato piccole tracce di me stesso.
Mi è sembrato poetico il percorso di “scoperta” che le ha cambiato gli “orizzonti”: gli studi universitari fuori dalla Sicilia; un ritorno carico d’amore e consapevolezza; la scoperta che il nonno – ritenuto fino ad allora un “semplice” falegname – era un carradore-costruttore di carretti siciliani; il successivo collegamento con il grande Maestro Domenico Di Mauro, immenso artista decoratore. Il percorso intrapreso da lì in avanti sarà di attesa e crescita. Alice ha osservato, appreso, metabolizzato tutto attraverso la sua particolare sensibilità, un cuore d’artista e una visione libera. Un percorso di vita degno di essere raccontato in un libro o in un film… e in parte è già avvenuto in “C’era ‘na vota – accussì accumenciunu i favuli”.
Ma è noto che nella vita reale le cose non sono proprio semplici come in un film… Il mondo del carretto per ovvi motivi storici e pratici andava a scomparire, del resto anche la “visione” del mondo di una giovane artista non poteva essere più la stessa ma avere un’evoluzione… ed ecco venir fuori come una carezza il personalissimo talento di Alice! Il carretto siciliano diventa praticamente un “trasformer”: i tratti caratteristici della decorazione rinascono in un frigorifero, una barca, una vespa, una copertina di un disco, un pezzo unico di arredamento. Il carretto rivive in altre forme, praticamente ti sembra di vedere un oggetto ma in realtà dietro si nasconde un carretto siculo. Ma non basta, partendo dalle figure mitiche e dalle rappresentazioni epiche che si potevano ammirare nei carretti, si è passati ad una “lettura” nuova degli stessi: così nelle opere di Alice non è difficile vedere un paladino e un saraceno baciarsi anziché farsi la guerra, oppure ancora il Paladino Sferlazzo che affronta a spada tratta delle minacciose “minne di virgini” volanti. Ultimamente ho notato una locandina per un’opera teatrale tratta da Horcinus Orca – un libro capolavoro complicatissimo, scritto in più di 20 anni -, improvvisamente materializzato da un tocco di Alice… ci pensate, 20 anni di tormenti e speranze in una sola immagine.
Attenzione, se qualcuno dovesse vedere in giro le bottiglie dei 150 anni dell’Amaro Averna le acquisti di corsa e le conservi gelosamente, la locandina è sempre una creazione della nostra “valente” Alice. Inoltre se qualcuno dovesse fare un giro ad Aci Trezza, proprio là potrà ammirare il gozzo “Spiranza”: la barca libro, quadro, “carretto”, documentario e oggetto simbolo della lotta dei maestri d’ascia Rodolico. Mi sono arrivate anche foto da Copenaghen dei frigoriferi decorati per Smeg.
Come dicevo all’inizio, anche nel caso di Alice la persona rischia di superare l’artista. Seguirla significa conoscere altre realtà del territorio da preservare, persone che costruiscono futuro in quel triangolo di meraviglia e problemoni che si chiama Sicilia. Ammiro la sua attenzione e il suo impegno fattivo, che si concretizza anche nell’opera di associazioni e piccoli laboratori sociali che operano nelle strade dei quartieri della città. Alice sostiene e dà voce a persone e progetti, mette a disposizione la sua arte – vedi i tavolini decorati recentemente per l’associazione culturale Gammazita – facendo incontrare miracolosamente “il bello e l’utile”. A volte, in attimi di debolezza, quando l’ho vista impegnarsi in battaglie politiche e sociali, persino in discussioni animate con il sindaco della sua città ho pensato “ma chi te lo fa fare Alice?”. Lo sanno tutti che in questo mondo esporsi così non è cosa buona per un’artista; però poi sono certo che è cosa buona e giusta per una persona, e la mia stima aumenta… e il suo esempio mi spinge ad essere migliore e più coraggioso.
In Alice Valenti ho sempre visto una fusione perfetta tra il passato e il futuro dell’Isola. L’ho sempre pensato: in una terra come la Sicilia il legame con il passato è indissolubile, c’è un carico troppo forte di identità per pensare di cancellarlo, siamo il risultato – venuto bene o male non si sa – di troppe vicende, intrecci e incontri-scontri. Il tutto avvenuto in una Terra già di per sé così varia e sorprendente… si pensi solo a come cambiano i colori della roccia, dei mari, dei vulcani, delle città, dei sapori, degli accenti. Qui solo partendo dal passato si può traghettare al futuro, anche in campo artistico.
Io ho un sogno! Lo so, vi ricorda qualcosa questa affermazione… comunque dicevo che ho un sogno che penso non realizzerò mai. Sono però fiero anche solo di averlo immaginato.. riunire in un evento da portare fuori dalla Sicilia il mondo di Alice, di Fabio Pilato, del Kuntastorie Nino Pracanica, del maestro del tè di Raddusa Salvo Pellegrino, della musica e dell’impegno di Giacomo Sferlazzo, della storia della pasticceria sicula con la Ducezio e il prof. Farina, del liutaio di Randazzo, dei maestri d’ascia di Acitrezza, della scuola agraria Cuppari che produce un vino doc, del sogno di Borgo Pantano… vorrei far conoscere al mondo questa Sicilia, questo luogo in fondo sconosciuto e poco compreso, spesso anche da noi siculi stessi. Rimarrà solo un sogno, perché nessuno ha l’interesse di far conoscere realtà che non possano essere sfruttate a dovere economicamente. Però in fondo questo incontro sta già avvenendo, tengo fede al sogno e celebro questo evento ogni giorno con il mio personalissimo Racconto di Sicilia.
Alice Valenti io ti ringrazio… da emigrante si rischia spesso di perdere i “tasselli” delle proprie origini e della propria identità; ti ringrazio per avermi restituito un pezzo di questo “mosaico” – insieme alle altre grandi realtà citate sopra – che oggi mi rendono fiero di poter raccontare la mia Terra e di affermare con orgoglio: sugnu siciliano! Ti ringrazio per avermi fatto vedere con un occhio diverso, una sensibilità diversa, il mondo del carretto e in generale certe rappresentazioni che un tempo consideravo inutile folclore… e che invece ho capito trattasi della complessa demopsicologia del Pitrè.
Ti ringrazio Alice, per avermi fatto riappacificare con me stesso, ho deposto le armi nella lotta tra il passato e il presente della nostra amara Terra duci. Grazie soprattutto per avermi fatto immaginare un futuro… ancora pieno di speranza e bellezza! Alice Valenti… grazie di avermi accolto come amico nel tuo Cuore d’Artista.
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