Opra dei Pupi – la serie preferita di Sicilia

Avete presente la seguitissima serie televisiva mondiale “Il Trono di Spade”? Bene, vi assicuro che nelle piazze e nei teatrini di tutta la Sicilia, dalla fine del 1700 fino all’inizio dei nostri anni 60, è andata in scena la nostra emozionante e personale serie preferita: l’Opra dei Pupi! Anche le rappresentazioni live dei nostri cantastorie andavano “in onda” rigorosamente a puntate e le disavventure dei Paladini catturavano l’attenzione di milioni di persone. I paladini di Carlo Magno avevano così tanto successo da essere quasi percepiti come persone vere… l’empatia con le storie e i personaggi era tale che il popolo siciliano percepiva quelle rappresentazioni come la messinscena delle proprie emozioni e del proprio riscatto, tra gesta epiche, gioie e dolori.

L’Opera dei Pupi dopo gli anni 60 è entrata in grandissima disgrazia, rischiando l’estinzione definitiva. L’Unesco nel 2001 ha proclamato l’opra dei Pupi patrimonio immateriale dell’umanità… e siccome in Sicilia abbiamo il “vizio” di non dimenticare negli ultimi anni famiglie “pupare” storiche – sopratutto tra Ortigia, Catania, Palermo e Alcamo – hanno recuperato questa arte antica, per la felicità anche dei turisti che rimangono sempre sorpresi davanti a questo spettacolo così particolare.

Di recente ad Alcamo ho avuto l’incredibile possibilità di vivere da dentro l’esperienza di un teatro dei Pupi. All’interno di un antico castello ho trovato un tesoro: l’Opera dei Pupi Gaspare Canino! Qui Salvatore Oliveri ha confessato che la sua non è stata una scelta, ma ricreare questa meraviglia è stata una necessità interiore… per il bene di se stesso e per onorare il ricordo del suo grande nonno. Quando cresci a contatto con una realtà così particolare – “è inutile che liffi e fai cannola” – ma questa non si cancellerà più… prima o poi si ripresenterà nella tua vita più forte di prima. Oggi Salvatore – dopo anni di ricostruzione, impegno e ricerca – ripete gesti e cunta storie che da bambino ha “assorbito” seguendo nonno Gaspare, riuscendo a catturare ora come allora l’attenzione e lo stupore di grandi e piccini. Salvatore ha raccontato che le persone si legavano così tanto ai personaggi che capitava sovente che qualcuno andasse a casa del nonno per pregarlo di conoscere l’evolversi di una storia o di cambiare le sorti di un personaggio in quel momento imprigionato o ferito.

Io sarò pure strano ma scoprendo da ogni angolazione questo mondo e cercando di percepirne ogni sfumatura – anche quelle su cui nessuno si sofferma mai – mi è capitato di emozionarmi ancor più dei picciriddi stessi. E’ stato così che quando ho sentito un “ooooh” di stupore dei bambini – meravigliati dalle gesta dei paladini – ammetto di essere scappato fuori travolto dall’emozione.

Preziosa anche l’introduzione all’opera di Salvatore Fundarò – personalità “aulentissima” di Sicilia e promotore di un evento ricco di contenuti ed emozioni tenuto ad Alcamo -. Osservate il suo sguardo, gli ammiccamenti, i movimenti, ascoltate la sua voce… chistu è potente assai! A lui sono infinitamente riconoscente per mille cose che racconterò prossimamente.

Il Kuntastorie di Milazzo Nino Pracanica invece si è letteralmente tuffato all’interno del teatrino stesso, diventando parte integrante dello spettacolo. Anche al castello cerca con i suoi racconti e le sue performance di tenere viva la memoria di questa arte antica. Incredibilmente riesce ad essere kuntastorie, pupo e paladino nello stesso istante, concentrando in sé i movimenti, la voce, le immagini, i suoni e i tempi della tragedia sicula, ricreando di fatto una sua originalissima Opera dei Pupi.

L’Opera dei Pupi… una favola di resistenza Sicula.

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